La Germania vuole Italiani
La domanda di lavoro in Germania è altissima: stime ufficiali parlano di un milione di posti di lavoro a disposizione. E’ quanto sostiene in un’intervista al Corriere Peter Barnefske, direttore della società di selezione Phoenix Gir con sede a Monaco di Baviera. Noi Italiani potremmo a questo punto fare spallucce e al massimo commentare con un “beati loro” se non fosse che questa notizia che ci riguarda. Sì, perché secondo Barnefske le aziende tedesche hanno tutto l’interesse ad assumere candidati italiani, anzi, sono desiderose di strappare alla terra d’oltralpe le sue menti migliori, laureate e non. Le ragioni? I Tedeschi credono che gli Italiani siano dei lavoratori “smart”, ovvero brillanti, intelligenti, svegli. Ne apprezzano la professionalità, il modo di lavorare, la mentalità. In più li ritengono risorse facilmente inseribili perché non hanno bisogno di permesso di lavoro e possono contare sulle loro reti sociali già presenti sul territorio. Un’opinione che si discosta parecchio dallo stereotipo del lavoratore italiano inaffidabile e fanfarone, che talvolta ancora oggi ci perseguita all’estero. Dalle parole di Barnefske sembra invece che la Germania stia corteggiando i talenti italiani: “Sappiamo che la fuga dei cervelli è temporanea. Ne teniamo conto per offrire stimoli in più per trasferirsi in Germania, puntando sul fatto che qui avrebbero più opportunità di fare carriera e condizioni di lavoro gratificanti. Le aziende con cui abbiamo a che fare non propongono stage, anche perché sanno che ce ne sarebbero altre pronte ad offrire contratti veri e propri”.
Le figure più ricercate dalle aziende sono ingegneri ed esperti di information technology ma anche infermieri, medici, artigiani e personale per le strutture alberghiere.
Un impedimento può essere rappresentato dalla lingua. Si sa che il tedesco è un idioma ostico, che non si impara in fretta, ma il direttore della Phoenix Gir rassicura gli animi: “Teniamo in considerazione i candidati con un livello A2 (capacità di espressione basilare in contesti quotidiani) documentato o valutato in sede di colloquio. Poi siamo noi a suggerire i corsi, anche online, per migliorare. Il Fondo Sociale Europeo finanzia scuole che offrono lezioni intensive a basso prezzo: qui se ne trovano a un Euro all’ora”.
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