Jessica: studentessa italiana in Germania
Abbiamo intervistato Jessica Dal Pont, ragazza di 19 anni che vive a Sedico, una piccola città in provincia di Belluno sperduta nelle montagne.
Ha concluso da poco il suo percorso di studi ed ora sta lavorando presso un’azienda. Nel tempo libero è allenatrice di pattinaggio artistico a rotelle. Di sé stessa dice:”Mi considero uno spirito libero, una ragazza molto determinata e che lotta per il suo futuro. I miei sogni? Continuare a formarmi, conciliando studio e lavoro, e poter visitare tutti i 200 paesi del mondo!
Amo viaggiare, leggere, fare sport e divertirmi! Spero con il racconto della mia esperienza di poter trasmettere qualcosa di me e di riuscire a coinvolgervi in questa mia esperienza”.
Ciao Jessica come ti è stato possibile fare quest’esperienza in Germania?
Frequentavo la quarta superiore dell’ITC Calvi di Belluno e ricordo ancora quando il mio professore d’italiano ci parlò di quest’incontro che ci sarebbe stato con i rappresentati del Lions Club di Belluno. Una mattinata ci riunimmo tutte le classi quarte nell’aula magna e il presidente di questo gruppo ci spiegò in cosa consisteva il programma degliScambi Giovanili dei Lions: volevano dare la possibilità ad uno studente meritevole della scuola di partecipare gratuitamente a questo progetto che prevedeva due settimane di convivenza in una famiglia e una o due settimane da trascorrere invece in un campus con altri ragazzi provenienti da tutto il mondo…l’idea era fantastica, se non per il fatto che ancora meta e periodo de viaggio non erano stabiliti, quindi chiunque desiderasse intraprendere questa esperienza sapeva che avrebbe dovuto accettare ciò che sarebbe stato destinato a lui. Noi dovevamo semplicemente far recapitare tramite i nostri professori il nostro curriculum e una semplice presentazione personale e successivamente ci sarebbero state le selezioni che prevedevano un colloquio orale con alcuni esponenti del gruppo. Ed io ho colto la palla al balzo e la stessa mattinata dei colloqui sono stata selezionata!
Ti è rimasta nel cuore quest’esperienza? Raccontaci le cose che ti sono piaciute così tanto. Amicizie?
Quest’esperienza credo me la porterò nel cuore per tutta la vita, perché mi ha dato la possibilità di crescere moltissimo. La famiglia presso la quale ho vissuto le prime due settimane era composta dai due genitori, un figlio della mia età e una figlia più piccola di 11 anni. Vivevano in una piccola città chiamata Baesweiler e li ho frequentato la scuola insieme al figlio: ho avuto modo di analizzare il loro sistema scolastico molto differente dal nostro e di parlare con i docenti e gli studenti, oltre che col preside della scuola, il quale era molto interessato riguardo le differenze tra il modello d’istruzione italiano e tedesco. Mi hanno portata ad Aachen (Aquisgrana), Köln (Colonia), Düsseldorf e a visitare varie località nelle vicinanze, nonché una mostra di sculture di sabbia in Olanda. Sono stati molto gentili con me e mi hanno veramente fatta sentire a casa. Il secondo periodo l’ho trascorso in compagnia di 24 ragazzi provenienti da 16 nazioni diverse (USA, Brasile, Hong Kong, Estonia, Finlandia, Spagna, Israele, Turchia, Germania e molti altri…) due settimane indimenticabili in compagnia di persone fantastiche.
E’ bello vivere con persone provenienti da così tanti paesi e vivere tutti assieme?E’ stato altrettanto bello vivere in famiglia?
La parte più bella del viaggio è stata sicuramente nei momenti di condivisione e di scambio culturale e umano. Sapevamo di avere poco tempo a disposizione per conoscerci, quindi abbiamo colto ogni occasione per parlare, ridere insieme e soprattutto fare gruppo. Il nostro coordinatore, che programmava le varie attività della giornata, ha pensato durante la prima settimana di organizzare degli incontri per rafforzare le nostre capacità di relazione e elaborazione in team, un giorno ci siamo soffermati sul nostro futuro ed i nostri sogni, una mattinata l’abbiamo spesa parlando dell’importanza del linguaggio non verbale legandoci un’attività di teatro: ognuno di noi si sentiva veramente libero di esprimersi, senza la paura di essere giudicato o deriso. L’ambito famigliare è stato un po’ diverso, ma altrettanto accogliente e stimolante: non ci si annoiava mai ed era un continuo interscambio d’idee!
Hai lavorato e studiato per poco tempo, ma in quel poco tempo sei riuscita anche ad apprendere in modo più efficace che in Italia il tedesco?
Quando sono arrivata all’aeroporto di Dusseldorf sapevo solo che ad attendermi c’era Peter (il papà tedesco) e ricordo che lui all’inizio mi parlava in inglese credendo che per me fosse più facile. Io invece avevo una voglia matta di provare a farmi capire in tedesco e così il primo giorno ho avuto qualche difficoltà, poi invece non ho avuto grossi problemi nella comunicazione. Poi però quando sono arrivata al campus con gli altri ragazzi non tutti sapevano il tedesco e la lingua ufficiale era l’inglese, quindi ho dovuto convertire il mio cervello e non ti dico le difficoltà dei primi giorni..ero un disastro e non riuscivo a formulare le frasi in inglese, tutto veniva in automatico in tedesco! Ovviamente poi ho ingranato e quando sono tornata in Italia mi ricordo che la prima cosa che ho detto ai miei genitori è stata “Voglio tornare in Germania!”..ci sono rimasti malissimo!
Per chi eventualmente avesse solo sentito parlare di questa possibilità a scuola, la consigli come una delle più belle esperienze che la scuola superiore possa dare?
Consiglio vivamente a tutti di partecipare alle eventuali selezioni o d’informarsi riguardo questa possibilità che offre il gruppo Lions Club con i loro progetti di scambi giovanili. Anzi, il consiglio migliore che posso dare a tutti i ragazzi della mia età è di cogliere tutte le opportunità che vengono offerte e di sfruttare ogni occasione per crescere e maturare. A me questo viaggio ha cambiato moltissimo la mia visione del mondo e di tutto ciò che mi circonda. Sono tornata più matura, più consapevole e con una bella lista di nuovi amici sparsi per il mondo
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