martedì 8 aprile 2014

Gli italiani si riscoprono emigranti in cerca di lavoro, Germania e Svizzera le mete preferite

La disoccupazione galoppante spinge sempre più italiani a cercare opportunità lavorative fuori dai nostri confini. Così torna a correre l’emigrazione verso l’estero mentre calano i nostri connazionali che decidono di tornare nel Belpaese. La fotografia relativa rimarca come circa 38 mila emigrazioni per l’estero su complessive 106 mila registrate nel 2012 riguardano cittadini stranieri. Il numero di cittadini stranieri che lasciano l’Italia è in aumento rispetto all’anno precedente (+17,9%), ma ancor più marcato è l’incremento dei connazionali che decidono di trasferirsi in un Paese estero.
Emigrati italiani ai massimi degli ultimi 10 anni
Il numero di emigrati italiani è pari a 68 mila unità, il più alto degli ultimi dieci anni, ed è cresciuto del 35,8% rispetto al 2011. Tale incremento, insieme alla contrazione degli ingressi (pari a 2 mila unità, 6,4% in meno del 2011) ha prodotto nel 2012 un saldo migratorio negativo per gli italiani pari a -39 mila, più che raddoppiato se confrontato con quello del 2011, anno nel quale il saldo risultò pari a -19 mila.
Fuga verso  e 
Per gli italiani, i principali Paesi di destinazione sono quelli dell’Europa occidentale:Germania (oltre 10 mila emigrati), Svizzera (8 mila), Regno Unito (7 mila) e Francia (7 mila) ne accolgono, nel loro insieme, quasi la metà.
I connazionali che decidono di tornare in Italia sono in numero molto inferiore a quello degli emigranti: nel 2012 i rientri sono 4 mila dalla Germania, 3 mila dalla Svizzera e circa 2 mila dal Regno Unito e dalla Francia.
Gli uomini più propensi all’avventura all’esteroIl 53,7% di chi emigra all’estero, a prescindere dalla cittadinanza, è di genere maschile. Tuttavia, se si escludono i cittadini italiani, la cui composizione di genere è sbilanciata in favore degli uomini (57,8%), emerge che per i cittadini stranieri la quota di emigrati di sesso maschile è pari al 46,4%.
Il 48,9% degli immigrati è di genere maschile. Il dato osservato per cittadinanza mostra, anche in questo caso, una diversa composizione di genere: è maschio il 54,6% degli italiani e il 48,4% degli stranieri.
Il confronto tra i profili per età dei migranti italiani in entrata e in uscita dal Paese evidenzia un elevato saldo negativo tra i 25 e 44 anni di età (-26 mila) con un picco all’età di 29 anni. Per i cittadini stranieri, le maggiori differenze tra immigrati ed emigrati si rilevano tra i 20 e i 39 anni, fascia di età in cui si concretizza un saldo positivo di 166 mila unità.

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